Progetto Open Access di rivista digitale
- Salvatore Giglio
- 20 gen 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 4 mar 2022
Un complesso esperimento editoriale triennale sviluppato gratuitamente da pochi appassionati utopisti, che credono ancora nella libera diffusione della cultura...

1 - CADzine, la fondazione
Questa rivista digitale era nata, come progetto Open Access, nel febbraio del 2014 per volontà mia e del Dott. Marco Garavaglia, un giovane laureato in Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano.
Eravamo entrambi appassionati frequentatori di G+ , il Social di Google, e fondatori di due Community dedicate esclusivamente alla divulgazione tecnico-scientifica gratuita: AutoCAD, Rhino & SketchUp designer e Matematica Italia.

Per quanto la vita del Social fosse stimolante e gratificante per i nostri obiettivi iniziali, sentimmo ben presto la necessità di realizzare un ulteriore spazio digitale, esterno allo stream delle due Communities, in cui allocare veri e propri articoli giornalistici più che dei semplici post, anche perché, stando alla mia esperienza, è difficile che qualcuno si spinga a leggere un post su di un social di lunghezza superiore alle 50 righe viste le continue distrazioni determinate da notifiche, chat, messaggi, ecc.
La sfida era quella anzitutto di superare la pura e semplice condivisione di post e cercare di offrire agli iscritti degli approfondimenti su determinati argomenti, come ad esempio la BIM, che necessitano di intere pagine per essere affrontati.
2 - il primo numero
Volevo restare fedele alla piattaforma Google, sia per simpatia che per poter fruire dei servizi di elaborazione condivisi offerti con il pacchetto Documenti e utilizzando Google Drive per l'archiviazione e la condivisione in rete. Così, insieme a Marco, decisi di sperimentare lo strumento per la creazione di Presentazioni di Google per impaginare il numero zero della rivista…
Realizzare ciò non fu affatto semplice tanto più che il risultato finale fu davvero scoraggiante: nonostante le presentazioni siano riprodotte a schermo intero, di spazio all'interno dei loro campi di testo ce n'è veramente poco!

Se si sceglie un carattere troppo piccolo, per aumentare la quantità di testo, non si legge più niente. Non è previsto uno strumento Zoom per la modalità lettura. La scelta di un'immagine di background delle slide appesantisce enormemente la visualizzazione della presentazione, a discapito soprattutto di quegli utenti che hanno PC poco performanti.
Fu una scelta infelice la mia, sicuramente dettata dall'inesperienza e dal troppo entusiasmo del momento. Non avevo considerato che, in fin dei conti, ad una presentazione si chiede di far visualizzare pochi contenuti e in modo sintetico e non un'intera rivista con tanto di orpelli grafici!
Molti amici di G+, infine, con estrema schiettezza, mi rimproverarono giustamente per l’uso di uno stile troppo Old America con cui era stata impaginata la presentazione.
3 - Equivoci col Flat Style Design
Avevo interpretato male, anzi malissimo, il concetto di grafica flat style design facendo un mix di stili e combinando un mezzo pasticcio. Altri punti a sfavore erano la lentezza del caricamento della presentazione e quella della navigazione tra le pagine/diapositive, senza contare l'eventuale stampa del documento che riproduceva, ovviamente, delle miniature delle varie slide di cui era composta la presentazione...
Anche sui contenuti le idee andavano ancora messe a fuoco; non sapevamo, infatti, come gestire al meglio le rubriche e le pubblicità. L'unico vantaggio per noi offerto dalle presentazioni era la possibilità di inserire link, animazioni e filmati da YouTube, cose non da poco per una pubblicazione con delle velleità tecnologiche e scientifiche... In una fase di riordino del mio account di Google ho, purtroppo, accidentalmente cancellato la presentazione di cui resta solo il frontespizio che vedete sopra.
4 - La prima pubblicazione sfogliabile

Attraverso una ricerca in rete trovai un articolo che presentava vari siti di free publishing che pubblicavano gratuitamente il file PDF immagine della rivista tra cui c'era Youblisher. Bisognava solo stabilire con quale software doveva essere impaginato il magazine e la scelta ricadde su MS Publisher che io avevo già utilizzato per la redazione di alcune dispense per l'informatica di base come supporto alle lezioni per i miei allievi dei corsi ECDL Ci mettemmo al lavoro ampliando gli articoli del numero zero e aggiungendovene di nuovi e a metà maggio 2014 la rivista era pronta. Confesso che l'emozione di vedere un tuo lavoro in rete pubblicato sotto forma di magazine fu molto forte per me e Marco.
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