Barberino del Mugello - La "casa"
- Salvatore Giglio
- 7 gen 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 4 mar 2022
Cosa cerca un operaio dopo una giornata di lavoro? Un posto semplice, pulito, senza fronzoli, dove si mangia e si dorme bene senza spendere cifre blu...

Tutto questo era La Cavallina all’epoca del cantiere dell’Outlet con la gestione familiare di Italo, la sua signora e qualche parente. Mi sono fatto delle mangiate epocali in un ambiente armonioso, caldo, amicale, e poi la cucina (pulitissima) era a vista e le materie prime erano freschissime. La pasta (tortelli, tagliatelle, tagliolini, agnolotti) la facevano loro “live”, per non parlare delle bistecche fiorentine da 4 e più cm di spessore. Infine, come ulteriore sigillo di garanzia, decine e decine di camionisti a pranzo e a cena che, come si sa, sono i migliori critici perché ci tengono non poco alla qualità gastronomica...

In quel periodo a pranzo la Cavallina accoglieva la maggior parte degli operai del cantiere suddivisi su tre turni, dalle 12 alle 14 e l'atmosfera che si respirava era quella di una scolaresca in gita: sfottò, scherzi, palline di carta che volavano da un tavolo all'altro, qualche coretto da tifoseria calcistica, poi un buon caffè e/o un ammazzacaffè di varia natura e si tornava alla carica per la seconda parte della giornata.
La sera quei tavoloni erano popolati per lo più da camionisti stanchissimi che provenivano da ogni dove con storie e carichi che li facevano apparire come dei vecchi lupi di mare, pieni di rughe ed esperienze. I loro racconti erano coinvolgenti e la loro nostalgia per casa ce li rendeva subito affini e solidali. Un'immagine che non dimenticherò mai è quella di un omone grande e grosso che talmente che era stanco che non riusciva neanche a mangiare tanto che gli si chiudevano gli occhi per il sonno...
Una sala ristorante come la mensa di fabbrica: tavoloni, panche, camionisti e noi operai

Questo rendering, l’ho ricavato dalle foto mie e da quelle che sono riuscito a scovare in rete; la scena immortalata è quella di Giorgio, il fratello minore di Italo, intento a pulire in prima mattinata la sala da pranzo che di li a poco si sarebbe riempita di avventori. Dal momento che il locale era affollato e che solo la nostra squadra era di 5 persone, a pranzo ci eravamo organizzati in due turni: uno alle 12 e un altro alle 13.
Immaginatevi questo alberghetto col tetto innevato e il parcheggio pieno di TIR con le ruote cinte di catene per le frequenti ed abbondanti nevicate. I vetri della sala da pranzo erano appannati e per noi che tornavamo affamati dal cantiere era un po’ come tornare a casa d’inverno dopo la scuola.
Italo ci faceva trovare sempre dei manicaretti della tradizione toscana e sapeva preparare un brodo di carne eccezionale, saporitissimo con la pasta fresca fatta da lui. Dopo il secondo, con un paio di bicchieri di Chianti, il dolce e un dignitoso caffè ritrovavamo tutte le energie per affrontare grintosamente il freddo della seconda parte della giornata.
Le mani erano talmente piene di calli e geloni che a volte faceva male anche solo impugnare un avvitatore; del resto si sa che le mani sono sempre le più esposte, non a caso si parla di lavoro manuale!
Se la mattina il ristorante era pieno di operai e camionisti, la sera invece c’erano solo quest’ultimi. Quante storie abbiamo ascoltato, quante facce stravolte dalla stanchezza abbiamo visto e talvolta qualcuno di loro crollava letteralmente a tavola perché semmai aveva guidato 12 ore di filato.
Guardando ciò, nasceva in me la considerazione che pur prendendo la vita di petto noi e loro eravamo accomunati da una sorte simile: tanto lavoro, lontani da casa, sacrifici e privazioni, rischiare spessissimo la vita per ritrovarci poi a fine mese con un pugno di mosche in mano.
Manco a saperlo che di lì a poco sarebbe andata pure peggio perché sarebbe arrivata prima la crisi economica e poi il covid 19 per dare il colpo di grazia definitivo al mercato del lavoro italiano.

Di questo locale così com'era all'epoca restano solo delle belle foto nei ricordi, quella sala gremita di speranze, di sogni, di lavoro e di persone straordinarie, nel male e nel bene, che comunque hanno condiviso con me un pezzo di esistenza insegnandomi sicuramente qualcosa.
Una camera piccola, con tutti i confort e risparmiosa (30 euro al giorno pranzo e cena compresi)
Mara, la segretaria di cui parlavo nell'antefatto, era abilissima a trovare soluzioni di soggiorno ad hoc per noi trasfertisti e, mai come in questo caso, aveva scovato questo minuscolo albergo ristorante dove si mangiava e dormiva benissimo e si spendeva quasi niente.

E’ vero che stiamo parlando del 2005 e che al cambio con la vecchia valuta 30 euro erano quasi 60.000 lire, però in altre missioni avevo speso molto di più senza avere il vitto garantito. La camera era calda, era munita di bagno da poco realizzato e, sotto il profilo igienico, i gestori erano accuratissimi. Quando rientravo verso le 18:30 trovavo la camera profumata e perfettamente pulita.

Per assurdo, nonostante dall’altro lato della strada ci fosse una discoteca che il fine settimana si riempiva e faceva riempire anche il piazzale antistante l’albergo con le auto degli avventori, ci siamo fatti delle dormite totali. Qualche domenica mattina ci è capitato di trovare qualche auto nel piazzale con il proprietario collassato per le libagioni della nottata, ma niente altro al di la di questa nota di colore locale.

Il martedì sera in tv dopo cena e la telefonata d’amore con la mia Nunzia, mi divertiva guardare il la puntata della serie Desperate Housewives anche per la presenza delle splendide e conturbanti Eva Longoria e Teri Hatcher. Sogni proibiti per degli anonimi operai sperduti in giro per l'Italia. LOL
Vuoi conoscermi meglio, apprendere qualcosa e farti quattro risate?
Allora puoi leggere e scaricare i miei Album dalla rete. Ho pubblicato su Calaméo la versione sfogliabile dei miei Album e ho caricato su Google Drive i PDF per il download. Buona lettura :)
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