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Barberino del Mugello - Storia

  • Immagine del redattore: Salvatore Giglio
    Salvatore Giglio
  • 9 gen 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 4 mar 2022

Le vicende di Barberino affondano profondamente le loro radici nella storia. Il ritrovamento di un sito archeologico di un insediamento estivo di una comunità preistorica di cacciatori raccoglitori, probabilmente Villanovesi, negli immediati pressi del lago di Bilancino testimonia la presenza umana in questo settore già 30.000 anni fa. Etruschi, Romani e poi il periodo medievale, quello mediceo e tanti altri accadimenti, tessono una trama storica continua che giunge sino ai nostri giorni.



Il territorio del comune di Barberino di Mugello si estende per 133,71 kmq nell’alta Val di Sieve tra l’Appennino tosco-emiliano e i Monti della Calvana.



Barberino comprensorio
Il comprensorio di Barberino del Mugello da Google Maps 

Etimologia toponomastica

Il termine “Mugello”, impiegato già in fonti letterarie del VI secolo d.C. per identificare la regione, è stato analizzato da diversi studiosi per ricavarne l’etimologia:

  • Per Emanuele Repetti (geografo, storico e naturalista) esso è da relazionare con la tribù ligure dei Magelli → o Maielli, che si insediò, prima dell'invasione etrusca, assieme ad altre comunità che risiedevano stabilmente nell'area. Altre fonti affermano che questa popolazione, ancor prima che al Mugello, avrebbe dato nome anche al villaggio di Macello, oggi piccolo comune piemontese in provincia di Torino. I · Magelli, infatti, sarebbero originari delle vallate pinerolesi che si estendono tra il fiume Pellice e i torrenti Lemina e Chisone fino a Massello a ridosso delle Alpi Marittime e Cozie ove avrebbero lasciato numerose incisioni rupestri nelle grotte di quelle zone(1).

  • Per i linguisti Silvio Pieri e Carlo Tagliavini la parola deriva dal locativo latino ad mucellos, essendo mucellus il diminutivo di Mucius in ellus, un nome etrusco di persona. Entrambi gli studiosi riconoscono tuttavia che non sono molto frequenti i toponimi derivati da nomi di persone senza il suffisso territoriale anum, da cui sarebbe dovuta scaturire per logica una locuzione del tipo Mucellianum. È nota la consuetudine linguistica toscana di nominare un luogo in base al cognome di una particolare famiglia che lo abita.

(1) 1 Cfr.: Coisson OsvaldoIncisioni rupestri del versante italiano delle Alpi Marittime e Cozie”, Ampurias: revista de arqueologìa, prehistoria y etnologia, tomo 43, 1981, pagg.: 79-95. Download articolo da questo link

Bilancino, una probabile residenza estiva dei Villanoviani

Da un insediamento preistorico nei pressi del lago di Bilancino individuato dal Gruppo Archeologico di Scarperia e portato alla luce tra il 1995-96 dall’archeologa Biancamaria Aranguren della Soprintendenza Archeologica della Toscana in collaborazione con Anna Revedin dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria emergono ben 43000 campioni, di cui sono stati rinvenuti più di 1000 esemplari di selci a forma di bulino di Noailles, una lavorazione “standardizzata” non idonea per attività venatorie, che testimoniano la presenza di un gruppo di cacciatori raccoglitori di circa 30.000 anni fa in un accampamento estivo situato ai margini di un'area umida, dedito alla lavorazione delle risorse vegetali, in particolare delle piante palustri come la Typha o Tifa, un vegetale spontaneo che si sviluppa in stagni di acque dolci di circa 1 metro di profondità.


Questa pianta si mieteva ad agosto e si metteva ad asciugare a ventaglio con le sommità affiancate e, un paio di settimane dopo, si legava in fasci e si portava nell’insediamento principale di Villanova dove avveniva una prima fase della lavorazione consistente nella divisione delle foglie esterne da quelle interne. Con la tifa si potevano ricavare:

  • una farina per ottenere gallette;

  • un semilavorato consistente in una funicella rustica;

  • materiale vario da costruzione per capanne, stuoie, graticci, recipienti, indumenti, corde, legacci, ecc., tutti prodotti artigianali relazionabili ad una tecnica d’intreccio molto progredita.

Per la prima volta si ha così la conferma che, lungo il Gravettiano, esisteva già in Europa e da lungo tempo la capacità di ottenere manufatti e farinacei dalla vegetazione spontanea e questo a prescindere dalla nascita dell’agricoltura mediorientale nel Neolitico. Infine, gli studi sull'organizzazione dello spazio interno destinato all’abitato nel sito di Bilancino hanno rivelato una strutturazione e una cura degli ambienti molto accurate, prove queste di una permanenza in zona abbastanza prolungata.


Etruschi e Romani

Non c’è una data certa circa l’arrivo degli Etruschi nel Mugello, di loro è però con ogni probabilità il primo embrione della rete viaria della zona. Si tratta sostanzialmente di una serie di percorsi che da Fiesole conducevano a Felsina, successivamente ampliati e migliorati dai Romani che li trasformarono in strade vere e proprie che hanno avuto grande rilievo nello sviluppo del Mugello.


Per approfondire l'argomento sulle strade romane nel Mugello invito alla lettura dell'interessantissimo articolo "Il Mugello delle antiche strade: la “Flaminia Minor”, costruita dai Romani" pubblicato sul sito ilfilo.net da cui sono tratte le foto di cui sotto.


Numerose testimonianze sul territorio (come monete, urne sepolcrali, resti di tombe e muraglie) narrano dell’insediamento romano nel Mugello che si fa risalire al III-IV secolo a.C. e). A ciò si aggiunge la presenza di toponimi prediali (come ano da cui Marcoiano, Galliano e Lucignano, ecc.) di diretta derivazione dalla prassi fiscale. Data la particolare conformazione orografica, di tipo collinare, che impediva la coltivazione intensiva di cereali il Mugello non rivestì un ruolo peculiare in questo periodo.


Il periodo medievale

Nel 1074 si rintraccia il prima riferimento storico al castello di Barberino che diventava gradualmente un centro feudale tanto che nel XII secolo la famiglia Cattani da Barberino, vassalli dei vescovi fiorentini, dalla rocca dominava il villaggio e il circondario. Nel 1313 la repubblica fiorentina acquistò ogni diritto sul castello e sul borgo sottostante vincolo che, nel 1351, Barberino infranse a tradimento consegnandosi all’esercito dei lombardi Visconti. Firenze non stette a guardare e inviò truppe che in breve tempo riconquistarono Barberino, distrussero il castello e fortificarono le abitazioni del perimetro urbano che diventavano così parte del contado fiorentino.


Il castello di Barberino del Mugello
Il castello di Barberino del Mugello

Per i barberinesi la distruzione della rocca fu un danno poiché perdevano un importante rifugio in caso di incursioni di milizie italiane e straniere che di li transitavano quando erano dirette alla volta di Firenze. Tanti episodi aggressivi riportano le cronache barberinesi: i mercenari di Giovanni Acuto nel 1364, le truppe di Cesare Borgia nel 1501, quelle del viceré di Napoli Luigi d'Armagnac e Giovanni dei Medici nel 1512, spagnoli, lanzichenecchi e tedeschi nel 1527, tutte scorrerie che causarono distruzioni e saccheggi alla popolazione.


Dal Rinascimento ai giorni nostri

La Barberino rinascimentale, con la tutela medicea, rifiorì fu riedificato il castello diventando un centro popoloso e trafficato. Nel periodo austriaco Barberino divenne sede di comunità nel 1774 con le riforme Leopoldine ed è menzionata nelle Relazioni Leopoldine come comunità operosa. Nella transizione tra Ottocento e Novecento conobbe gli entusiasmi rivoluzionari delle Leghe contadine purtroppo crudelmente soffocate con l’avvento del fascismo. Nel 1943 Barberino organizzò un CNL tra i più attivi del comprensorio fiorentino


La villa medicea a Cafaggiolo
La villa medicea a Cafaggiolo

Pietro Leopoldo, granduca di Toscana (a sinistra), e Giuseppe II Imperatore durante un soggiorno a Roma in un ritratto di Pompeo Batoni.
Pietro Leopoldo, granduca di Toscana (a sinistra), e Giuseppe II Imperatore durante un soggiorno a Roma in un ritratto di Pompeo Batoni.

manifesto del Primo Congresso Nazionale dei Lavoratori della Terra - Bologna, 24 novembre 1901. Fondo Brighetti, Collezioni Fondazione CaRisBo.
manifesto del Primo Congresso Nazionale dei Lavoratori della Terra - Bologna, 24 novembre 1901. Fondo Brighetti, Collezioni Fondazione CaRisBo.

la gloriosa Brigata Partigiana di Barberino del Mugello
la gloriosa Brigata Partigiana di Barberino del Mugello

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