top of page

Venezia - parte I

  • Immagine del redattore: Salvatore Giglio
    Salvatore Giglio
  • 4 gen 2022
  • Tempo di lettura: 10 min

Aggiornamento: 4 mar 2022

Lavorare e vivere Venezia è un'esperienza straordinariamente bella. Una città incantevole, sospesa sull'acqua capace di mettere in pari una storia millenaria con l'evoluzione tecnologica dei nostri giorni.


«Grazie a Dio sono qui! È il paradiso delle città, e una luna sufficiente a fare impazzire metà dei savî della terra batte con i suoi puri sprazzi di luce sull’acqua grigia davanti alla finestra; e io sono più felice di quanto sia mai stato in questi cinque anni – felice davvero – felice come in tutta probabilità non sarò mai più in vita mia. Mi sento fresco e giovane quando il mio piede posa su queste calli, e i contorni di San Marco mi entusiasmano. Grazie a Dio sono qui!»

(John Ruskin, scrittore, pittore, poeta e critico d'arte britannico)

In questo primo post parlo del mio amore profondo per Venezia esprimendolo attraverso una serie di paragrafi, foto e ricostruzioni 3D. Ho redatto una mappa su Google Maps dei luoghi in cui ho vissuto e lavorato; ho descritto il viaggio della prima trasferta, l'accoglienza che questa città sa offrire al viaggiatore, il luogo in cui ho vissuto accennando anche alla sua storia recente. Attraverso un modello 3D, realizzato con SketchUp, ho ottenuto dei rendering dell'appartamentino del Residence Laguna per far comprendere quanto sia importante la location abitativa in trasferta. Dulcis in fundo parlo di Tecnica Impianti, l'impresa di impiantistica elettrica presso cui ho appreso tantissime cose, ho trovato nuovi amici, mi sono divertito guadagnando anche un ottimo compenso.

1 - La mappa dei luoghi dove ho vissuto e lavorato a Venezia

La Città Metropolitana di Venezia, nonostante la sua particolarissima identità geomorfologica, è riuscita ad organizzare un sistema di trasporto pubblico capillare ed efficacissimo, che permette ad abitanti, turisti e lavoratori di muoversi sul territorio ad orari certi, in veicoli puliti ed efficienti.


Una fitta rete di traghetti nella Laguna, unitamente a una flotta ben nutrita e curata di autobus (oggi anche di tram e People Mover) sulla terraferma, coprono completamente il territorio urbano ed extraurbano a costi inferiori, per la qualità del servizio offerto, a quelli di altri paesi dell’UE.


Grazie ai trasporti pubblici così ben curati ho avuto modo di visitare Venezia e di muovermi sul territorio nella massima libertà.


Non ho mai avuto problemi nel reperire biglietti dell’ACTV dal momento che ogni fermata è provvista di un’apposita erogatrice in grado di dare il resto anche con banconote da 10€ che non ho mai trovato fuori servizio.


E poi per un napoletano spostarsi via acqua è il massimo, considerando anche la varia e colorata umanità che popola quotidianamente i mezzi dell’ACTV …


Nella mappa sottostante ho riportato la posizione dei luoghi più significativi del periodo che ho trascorso a Venezia nelle varie missioni.



2 - Il viaggio da Napoli: orari, biglietto & treno


vari reperti fotografici
1) La pagina dell’Orario delle FS del 2003 con la colonna del mitico Treno ICN 774 con le fermate comprese da Napoli Centrale sino a Venezia - Mestre. 2) Il biglietto con prenotazione fatto dall’agenzia di outsourcing per cui lavoravo. 3) lo scompartimento del vagone letto del primo viaggio a Venezia

La prima volta che salì come trasfertista a Venezia era il lontano 2003. Dovevo dare una mano ad una ditta d’impianti elettrici di Marghera (VE), Tecnica Impianti S.r.l. di Pascalato Marta, impegnata con diversi cantieri nautici del capoluogo veneto.


Ero stato assunto con contratto di somministrazione, con paga globale e, come pattuito con MARPI group, l'agenzia di outsourcing per cui lavoravo mi pagò il viaggio di andata che capitò in vagone letto.


Era la sera di domenica 4 maggio, si stava bene non faceva ne caldo ne freddo; la mia compagna, Nunzia, insistette per accompagnarmi a Piazza Garibaldi alla stazione Centrale per prendere il treno.


Non era la mia prima trasferta da quando stavamo insieme eppure eravamo emozionati; forse era la distanza a far la differenza o forse era il fatto che ci saremo rivisti dopo 2 settimane, fatto sta che avevamo tutti e due un po’ di strizza.


Mia suocera mi aveva preparato un bel panino per la cena e io comprai un pacchetto di sigarette, una bottiglia d'acqua e una rivista per il viaggio.


Reperti fotografici vari
Napoli, stazione FS di Piazza Garibaldi, da sinistra: il vecchio piazzale della stazione nel 2003; interno della stazione; l'ICN 774 per Venezia

Il treno partiva alle 20:00, era l’Inter City Notte 774, avrebbe percorso circa 800 km in quasi 9 ore di viaggio. Noi arrivammo in stazione alle 19:30 e io avevo già il biglietto in tasca e un piccolo anticipo che mi diede l’agenzia per sostenere eventuali spese iniziali.


Il tempo volò in stazione e dopo l’ultimo annuncio dagli altoparlanti mi accommiatai tristemente da Nunzia e salì nel vagone letto. Andai subito dal cuccettista per farmi indicare lo scompartimento e farmi svegliare l’indomani, con una tazza di caffè, una mezzora prima di arrivare a Venezia.


Trovai lo scompartimento vuoto, così sarebbe rimasto fortunatamente per tutto il viaggio, ed ebbi il tempo per fare un ultimo saluto dal finestrino alla mia dolce metà che non si decideva a lasciare quel posto diventato abbastanza pericoloso dato l’orario.


In cuor mio alternavo la tristezza per quella separazione ad emozione e felicità: tornavo finalmente a Venezia!

Una città che ho amato sin da bambino per via di Marco Polo e del suo Milione; per un'inspiegabile devozione a San Marco Evangelista, che avevo eletto a 13 anni come mio Santo protettore a fronte degli esami di III media; per quel viaggio inaspettato, nel 1991, che mi avevano offerto dei carissimi amici della Facoltà d'Architettura con cui coabitavo per andare a visitare, alle Corderie dell'Arsenale, la V Mostra Internazionale di Architettura della Biennale. Come non essere confusi e felici?

Fu una notte insonne quella, un po’ anche perché era la prima volta che viaggiavo in un vagone letto e un po’ per i mille e mille pensieri tenaci e capaci di strapparmi dalle braccia di Orfeo.


«Chi sarebbero stati i miei colleghi di lavoro?», «Dove avrei lavorato?», «Sarei stato all'altezza delle mansioni affidatemi?», «L'albergo era vicino al lavoro?», «Dove avrei cenato?». Senza contare la paura di un furto del mio modestissimo bagaglio e i pensieri inevitabili per casa mia.

TUM - TUM, TUM - TUM, TUM - TUM,


sferragliava veloce il treno… In quelle quasi nove ore di viaggio, a un certo punto, pensieri, batticuore e martellamento dei binari diventarono un tutt'uno assordante che fu capace, infine, di stordirmi.

Non appena addormentato, ecco cortese il cuccettista col caffè che mi avvisava che eravamo a mezzora da Venezia: erano le 04:50 del mattino!


3 - Finalmente Venezia! - Alla stazione di Mestre

Quanta verità c’è in questo pensiero di Lev Tolstoj:

«Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l'immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d'un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell'avvenire.». Citazione tratta da «I cosacchi»


Quanti miei “castelli dell’avvenire” ha visto questa aggraziata stazioncina ferroviaria; appena mettevo il piede a terra, dopo quelle lunghe ore di viaggio, ero anch’io un mestrino. Via il colorato caos napoletano, con i suoi vicoli straripanti di ammuina ed ecco Marghera, l’operosa città giardino, che già mi aspettava al Residence Laguna e in ditta dal signor Niero che mi accoglieva sornione con un “Salvatoooreee, mi raccomandoooo!”. Quante volte ho dovuto poi demolire, con la morte nel cuore, quei “castelli dell’avvenire” e tornare nell’amato Purgatorio napoletano a cui la vita, nel bene e nel male, mi ha destinato.

Però il mio bagaglio a ogni ritorno mi appariva sempre più pesante di quando ero partito; era ricco di esperienze, di amicizie, di luoghi straordinari e unici, di mestiere raro e nobilissimo che solo qui a Venezia puoi imparare. E un gran pezzo del mio cuore è rimasto impigliato lì, tra quelle traversine a spiare, tra il brecciame dei binari, i sogni di novelli viaggiatori trasfertisti, ad ammirare i loro castelli dell’avvenire che traspaiono dagli occhi assonati di viaggio, augurandogli di avere una sorte migliore e diversa dalla mia.

4 - Prima colazione e autobus per Marghera

Giusto il tempo di fumare una sigaretta alla fermata dell’autobus per Marghera, dopo la prima colazione fatta al bar Enjoy, ed ecco il 14 giungere in perfetto orario . Il biglietto lo acquistai alla macchinetta posta stesso sotto la fermata dell'autobus e costava poco più di quelli che facevo a Napoli, 0,77€.


Lungo il percorso le immagini di una città serena e operosa: strade pulitissime, auto parcheggiate correttamente, spazzini e spazzatrici stradali in azione, padroni dei cani diligentemente intenti a raccogliere gli escrementi dei loro amati animali...


E poi, improvvisamente, in un bellissimo e curatissimo prato di un giardino pubblico, un signore orientale di mezz’età praticava il Tai Chi e noi tutti nell'autobus giravamo la testa verso di lui, come ipnotizzati dall'eleganza di quegli antichi gesti. Nel mentre il disco solare si levava trionfante in un terso cielo primaverile. Ecco come ti accoglie all'alba Venezia sulla terraferma.

5 - Qualche notizia storica su Marghera


Il Residence Laguna è un edificio risalente agli anni ’50 del secolo scorso. La sua contestualizzazione urbana si ricollega al discorso di pianificazione avviato nel 1917 dall’Ing. Enrico Coen Cagli che, incaricato dal Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel porto di Venezia, realizzò un progetto per l'area rurale e barenicola di Bottenigo, località posta a Nord-Ovest della laguna, all’epoca di competenza del comune di Mestre.


Sulla griglia di Coen Cagli si innestava il piano regolatore dell’Arch. Pietro Emilio Emmer: un quartiere residenziale vicino al nuovo polo industriale di Marghera ispirato al modello della città giardino dell'inglese Ebenezer Howard.


Lo scopo del progetto era quello di costruire case salubri e accoglienti per ospitare i veneziani che lavoravano nelle fabbriche, alleggerendo il centro storico di Venezia sovraffollato e con gravi carenze igieniche.


Tracce deI progetto di Emmer sono ancora ben visibili: il grande viale alberato largo 80 metri e lungo 700 da cui si sarebbero diramate una serie di strade laterali, larghe 26 metri, con aiuole che dividono la strada dal marciapiede.


Il verde privato doveva essere almeno quattro volte più esteso dell'edificio annesso e ogni edificio non poteva distare meno di 15 metri da quelli contigui e non doveva superare i tre piani.


In questo scenario s’innesta, con elegante sobrietà, il Residence Laguna con le sue forme pulite e lineari e una concezione degli spazi interni che offre la massima abitabilità sia al singolo che a piccole famiglie in vacanza. Il personale è gentilissimo, affidabile e la struttura è seguita e curata in ogni dettaglio in termini di pulizia e servizi al cliente contestualmente a questa categoria ricettiva.


Per ulteriori info storiche su Marghera, cfr.: Marghera su Wikipedia e fontimarghera100

6 - Il Residence Laguna Hotel

Questa è stata la mia casa veneziana nel periodo delle trasferte. Tra le foto che ho caricato ho incluso, più innanzi, anche alcuni rendering tratti da un modello 3D appositamente creato per quest’album, del mio mini-appartamento. Una piccola casa di una trentina di metri quadri provvista di un funzionalissimo cucinino, un vano indispensabile per prepararmi prima colazione e cena durante i giorni di lavoro e i pranzi dei sabato e delle domeniche che passavo a Venezia. Un enorme vantaggio per la salute e le spese di vitto.

7 - Il Residence Laguna Hotel, il mio modello 3D

Sezione della scala di sicurezza del Residence Laguna
il modello 3D nella sua interezza con la sezione della scala di sicurezza del Residence.

Fissare i propri ricordi più cari su carta è storia antica: da sempre i viaggiatori si sono cimentati, con varia abilità, in graffiti, disegni, mappe e fotografie sino ad arrivare a quanto oggi la tecnologia mette a disposizione.


Così, dal semplice click fatto con la fotocamera del cellulare, sino alla modellazione 3D, e la renderizzazione, oggi è possibile dare ancora qualcosa in più ai nostri ricordi più belli.


Vista parziale della camera
Un rendering che riproduce una vista parziale della camera da letto e del bagno simulando uno scatto fotografico, con il flash, fatto dalla porta del cucinino.   A guardar bene si riconosce in TV Gerri Scotti in “Chi vuol esser milionario” e il sottoscritto, riflesso nello specchio nel bagno, mentre scatto una foto con uno smartphone

Esempio di ciò può essere la realtà aumentata o la mappatura di un viaggio sul globo virtuale offerto da Google Earth; quest’ultimo offre anche un servizio gratuito di presentazione di una mappa chiamato “Progetti” in cui è possibile inserire, oltre ai luoghi che abbiamo visitato o su cui stiamo facendo delle ricerche, anche delle note di commento munite di foto, video e link per eventuali approfondimenti. Anche io ne ho approntata una per Venezia con i luoghi in cui ho vissuto e lavorato


Per questo diario ho preparato svariati modelli 3D col mio fidato SketchUp MAKE 2017, come avete avuto di leggere nelle pagine precedenti, e visto che mi trovavo ho deciso di svilupparne uno che riproduce una piccola porzione del Residence ove è ubicata la camera in cui ho soggiornato all’epoca.


I modelli 3D mi hanno anche offerto l’occasione per rispolverare i rudimenti della renderizzazione impiegando due diversi motori per sviluppare delle immagini di maggiore realismo, Raylectron e Twilight render


Pianta appartamento
la pianta renderizzata del mini appartamento tratta dal modello 3D

Sezione longitudinale dell'appartamento
La sezione longitudinale del mini-appartamento del Residence Laguna. Io sono appena uscito dalla doccia, in cucina è in preparazione la cena. Sul letto il pigiama.

Rendering dell'angolo cottura del cucinino
Rendering dell'angolo cottura del cucinino
Rendering del cucinino
Rendering del cucinino
Rendering del mio letto con alcuni dettagli
Rendering del mio letto con alcuni dettagli
Rendering dell'angolo TV/ abiti da lavoro
Rendering dell'angolo TV/ abiti da lavoro

8 - Disfare il bagaglio, una lavatina, abiti da lavoro e via!


Eccomi qua dopo una notte di viaggio, insonne, nella camera del Residence alle 06:20 in abiti da lavoro pronto a raggiungere Tecnica Impianti. La prima cosa che facevo, dopo esser andato in bagno per le necessità fisiologiche mattutine e una rapida lavatina rinfrescante, era la sistemazione degli abiti nell’armadio e nella cassettiera di fianco al letto. Una tazza di caffè me la concedevo al bar dove prendevo l’autobus per Panorama. Col pensiero ero già in uno yacht immaginando lo sviluppo del lavoro per quella giornata. Quando Niero o Ernesto Caputo spiegavano lo svolgimento di una membratura dell’impianto su di una barca, prendevo tantissimi appunti su di un piccolo blocco note che avevo sempre con me; serviva a non dimenticare le istruzioni impartite e a riflettere, in qualche momento di pausa, sul come attrezzarsi per eseguire un determinato task.


9 - Tecnica Impianti: professionalità, qualità e precisione

Tecnica Impianti
Lo stabile presso cui era allocata Tecnica Impianti; il locale era composto da due piccoli uffici (tecnico e commerciale), il bagno e una stanza deposito per gli attrezzi e il materiale. Per gli spostamenti avevamo un furgoncino molto funzionale.

Tecnica Impianti per me è stata una seconda scuola e, nonostante fosse una piccola impresa con soli 5 dipendenti, posso dire che ha sempre dato il massimo per i clienti.


Quest’impresa era nata dall'esperienza e la passione del sig. Niero, grande elettricista navale, che dopo il diploma come Perito Elettronico si formò professionalmente in Fincantieri dalla fine degli anni '70 sino a metà anni '90, quando poi decise di mettersi in proprio con questa attività.


Il periodo in cui ho avuto l'onore di essere alle sue dipendenze in somministrazione, ho partecipato assieme alle sue maestranze a numerosi allestimenti elettrici presso alcuni tra i più prestigiosi Cantieri nautici di Venezia.


Sulle realizzazioni eseguite con questa ditta mi sarebbe piaciuto scrivere e mostrare molto di più, ma all’epoca i ritmi erano serratissimi e non c’era tempo manco di scambiare una parola.


Poi, specialmente all’inizio, io avevo una certa soggezione di questo signore sulla sessantina con capelli e baffi argentei, pieno di energie, gli occhi azzurri che talvolta ci fulminavano quando il lavoro perdeva ritmo.


Nonostante quest’aria seriosa, Niero era capace di compiere mattane che neanche un diciottenne si sognerebbe di fare.


Resterà nella storia di queste mie missioni quella mattina in cui eravamo andati ai cantieri Toffolo alla Giudecca e Niero mi mandò a comprare 10 € di birre gelate in un supermercato vicino ai cantieri, perché aveva deciso che si era stancato dei continui richiami che ci faceva il capobarca per il fatto che noi si fumava sulla barca.


C’è da dire che quel lavoro era un retrofit a yacht di un vecchio peschereccio con scafo metallico e che noi lavoravamo all’aperto ove non c’erano materiali infiammabili. La beffa era che gli operai stessi dei cantieri fumavano tranquillamente sul natante. Capimmo che quelle lamentele erano un modo per fare la voce grossa con noi che eravamo in appalto.


Quando la birra fece effetto noi cinque cominciammo a fare un chiasso inimmaginabile, cosa questa che attirò subito l’anziano e tignoso capobarca in plancia comandi dove noi stavamo installando varie strumentazioni per la navigazione.


L'anziano chiese spiegazioni a Niero e questi, con simpatica fermezza nonostante le birre bevute, gliene canto quattro in veneziano (cosa per me spassosissima) e lo avvisò che saremo tornati lì solo quando non avremo più avuto noie sulla questione delle sigarette. Detto questo, dopo appena 2 ore di lavoro, comandò a tutti noi di raccogliere i ferri e di andar via!


E così andò a finire; dopo 15 giorni Toffolo in persona telefonò a Niero per scusarsi e noi tornammo alla Giudecca. Una cosa così non me la sarei mai aspettata da un attempato e distinto signore veneziano. Di aneddoti simili ne potrei raccontare tantissimi, ma non renderebbero giustizia alla simpatia di questo personaggio a dir poco unico nello scenario dei tanti “capi” con cui ho lavorato in trasferta.


10 - Dopo il lavoro, intorno al residence … Curare spirito e corpo



Vuoi conoscermi meglio e fare un breve viaggio nell'impiantistica elettrica degli ultimi decenni con un sorriso? Sfoglia online la mia pubblicazione su Calaméo



Comments


Commenting on this post isn't available anymore. Contact the site owner for more info.
bottom of page