Venezia - parte II
- Salvatore Giglio
- 3 gen 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 4 mar 2022
Venezia non è solo maschere, monumenti, gondole e storia... Il capoluogo veneto è anche un'eccellenza produttiva, con maestranze che custodiscono saperi antichissimi, proiettata al futuro...

In questo secondo post parlo di due importanti cantieri nautici, ove ho avuto l'onore di lavorare al seguito di Tecnica Impianti ed ho visto letteralmente nascere e varare diversi yacht. Ho ritenuto opportuno riportare sinteticamente i cenni storici legati a questi luoghi di eccellenza in cui il concetto di Made in Italy prende letteralmente vita.
1 - Cantieri Nautici Dalla Pietà Yacht, Fusina, Venezia
La prima volta che varcai i capannoni di questi stabilimenti rimasi per qualche secondo inebetito e mi fermai, tanto era grandioso lo spettacolo che si presentava ai miei occhi. I miei colleghi si girarono e, non vedendomi più, mi vennero a recuperare lì dove avevo avuto una specie di sindrome di Stendhal. Loro, poverini, non potevano capire e vedere ciò che vedevo io, non potevano sentire il cuore a 100 all'ora come stava accadendo a me in quel momento guardando quelle opere d'arte galleggianti.

E' così: puoi lavorare al Louvre, alla Sagrada Familia, da Toffolo, VZ e Dalla Pietà e ti "abitui" a vedere tanta bellezza tutta concentrata in un sol punto. Per me che provenivo da un altro comparto produttivo, civile e industriale, vedere quegli yacht in costruzione bellissimi, grandiosi, con motori delle dimensioni di una FIAT 127 mi faceva lo stesso effetto, non esagero, di vedere una bellissima donna nuda. Ed è andata avanti così per cinque anni. Ho visto cose in quei cantieri che pochi umani hanno la fortuna di poter vedere … Oltre l'aspetto lavorativo di grandissimo impatto, anche fisico, c'era una ottima mensa dove per 3,5 € pranzavi e poi ti godevi un bel caffè al sole della darsena.
Cenni storici
Giuseppe Dalla Pietà, detto il Bepi, stabilì la prima sede dei suoi cantieri nautici sull'isola della Giudecca nel 1959. Il loro sviluppo fu costantemente graduale tanto che, prima nel 1978, si rese necessario trasferirli nel porto Marghera in una struttura più grande e poi, nel 1987, si decise di allocarli nei nuovi stabilimenti di Malcontenta.
L’assetto dirigenziale vide Bepi Dalla Pietà alla guida dei cantieri sino a metà anni ’80, quando nel 1987 gli subentrarono gli amati figli Giovanni e Giorgio. Purtroppo un luttuoso tragico evento travolse la famiglia Dalla Pietà nel 1988, quando in un naufragio perse la vita il fondatore assieme alla moglie e a due amici.
Qualche anno dopo Gianni abbandonò l'attività e nel 2002 Giorgio si unì con l’Ing. Andrea Mevorach costituendo una società che vide una crescita vertiginosa, tra il 2002 ed il 2009, che la portò a toccare quasi il 700% di incremento.
Come un uragano la grande crisi economica del 2008 travolge anche il comparto nautico e il cantiere accusa il colpo chiudendo i battenti. Posto in liquidazione, dopo circa un anno è rilevato dall’imprenditore cinese Jian Yong Zhu, fondatore della società Millenium appartenente al potente gruppo Wan tong, che però rassicura tutti affermando che il suo programma prevede il consolidamento del marchio e del prodotto che deve assolutamente restare “made in Italy “ e affidando la conduzione del Cantiere alla capacità di Franco Nocera e di Giovan Battista Penzo, due businessman della vecchia gestione.
Per approfondire ulteriormente, cfr.: DALLA PIETA' STORIA su NAUTIPEDIA

In alto a sinistra: il capannone vetroresina dove nascono gli affilati scafi degli yacht dp; al centro, uno strepitoso e coloratissimo trattore pronto a far sfoggio di se alla Festa del Redentore; a destra, un dp 70 da 65 tonnellate sostenuto da scanni e paletti. Nella foto piccola in basso a sinistra il dp 70 di oltre 20 metri a pochi centimetri di distanza dal dp 80 su cui stavo lavorando io; al centro un motore marino MAN delle dimensioni di una utilitaria sospeso sulla sala macchine del dp 70 e, infine, a destra ancora il dp 80.
2 - Cantieri Nautici VZ a Quarto d'Altino (VE)
Era la prima volta che mettevo piede in un cantiere ove si costruivano yacht di lusso, anche se un paio d'anni prima avevo fatto una brevissima esperienza in un piccolo cantiere napoletano dove si allestivano in fretta e furia minuscole barchette familiari da diporto. A Venezia era tutta un'altra storia: mi fu chiesto espressamente dal signor Niero di non correre e di fare tutto con estrema precisione perché, cito testualmente,: «Salvatoooreee, se uno spende 5 milioni di euro per uno yacht vuole vedere anche i cavi elettrici dritti, perfetti, così come li troverebbe su di una Ferrari!»...

Confesso che mi sentivo un pesce fuor d'acqua tra tutto quel ben di Dio tra materiali costosi, pregiati, apparecchiature delicatissime e complicatissime da collegare e anche solo da pronunciare come, ad esempio, il dissalatore o i bow thruster.
Era una situazione frustrante e allo stesso tempo stimolante, una sfida che richiedeva occhi apertissimi per imparare quanto più era possibile e anche perché ci si poteva far male molto seriamente. I colleghi/amici del cantiere VZ erano mastri di straordinaria bravura nella carrozzeria per la vetroresina e verniciatura, nella falegnameria, idraulica, meccanica.
Persone serie, spassose, preparatissime, di grande intelligenza ed egregiamente coordinate da Luca, uno straordinario capobarca appena trentenne che, cresciuto letteralmente lì, conosceva nei più piccoli dettagli quei bestioni da 60 e più tonnellate.
Di grande emozione fu il varo del Maluca cha, il VZ 16 su cui avevo versato sangue, sudore e lacrime. L'armatore regalò a ciascuno di noi 20 euro (all'epoca valevano il doppio) e un rinfresco a cui parteciparono anche tutti i progettisti e i subappaltatori tra cui il mio capo. Esperienza unica e straordinariamente coinvolgente.
Cenni storici sul Cantiere VZ
Il maestro d'ascia Giovanni Vizianello, fondatore di questi cantieri, nella seconda metà degli anni 50 muove i suoi primi passi nei principali cantieri nautici di Venezia. Negli anni 70′, quando era alle dipendenze del Cantiere Iag Nautica, progetta e realizza circa una settantina di imbarcazioni in compensato marino.
A metà anni ’70 decide di mettersi in proprio e apre il primo stabilimento a Pregamziol (TV) che chiamerà Cantiere Nautico VZ (traendo due lettere dal suo cognome), ove sono numerose le imbarcazioni da diporto in vetroresina realizzate in quegli anni.
Una decina d’anni dopo il maestro decide di spostarsi in località San Michele a Quarto d’Altino (VE), in una location ideale costeggiata dal fiume Sile.
Purtroppo agli inizi degli anni 90, dopo alcune traversie finanziarie, la prestigiosa attività è ceduta a un gruppo di investitori che costituiscono la S.r.l. mantenendo la ragione sociale CANTIERE NAUTICO VZ. Dopo la crisi finanziaria del 2008 con alterne vicende l’attività fallisce definitivamente nel 2012.
Notizie tratte da NAUTIPEDIA

In alto a sinistra: l’edificio degli uffici tecnici e commerciali antistante il capannone dell’allestimento; al centro, l’angolo dove andavamo a fumare e venivamo inebriati dai profumi dei dolci del vicino stabilimento Dolcerie Veneziane; a destra, il capannone vetroresina dove nascono gli scafi. Nella foto in basso a sinistra la poppa di vari yacht in allestimento e le “botteghe” dei vari artigiani che vi partecipano; al centro uno yacht in attesa del carroponte a portale per essere calato sul Sile e, infine, nella foto a destra uno yacht in rimessaggio esterno.
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